Il budō, la via della guerra, è un termine composto dagli ideogrammi kanji bu e dō, che si possono tradurre rispettivamente come fermare, arrestare e via, cammino. Il budō ha come obiettivo primario quello di formare individui di valore attraverso l'addestramento e la pratica delle arti marziali, rispettando l'etichetta e osservando i principi fondamentali. Allenare mente e corpo come un tutt'uno, senza perseguire mere abilità tecniche. L'istruttore dovrà sempre sforzarsi di forgiare i caratteri, approfondire le conoscenze tecniche, non consentire che l'attenzione si focalizzi su vittorie e sconfitte o sulla tecnica, e soprattutto mantenere un comportamento adeguato al ruolo di modello, che egli ricopre. Tra gli sport praticati a livello professionale nel Giappone moderno si trovano quelli tradizionali come kendō, karate, judo e sumo e quelli importati come il baseball e il calcio.
«Le arti marziali giapponesi sono state tramandate fino ad oggi mantenendo inalterata la loro caratteristica principale, che risiede nel fine ultimo di far progredire lo spirito, attraverso il rafforzamento fisico del corpo e l'apprendimento della tecnica. Di conseguenza, l'approccio con l'avversario deve essere dettato non da ostilità, ma piuttosto da un senso di rispetto e di gratitudine: a conclusione di un combattimento in cui ognuno ha dato prova delle proprie capacità senza risparmiarsi, nasce spontaneo il desiderio di un ringraziamento che riconosca all'avversario tutto il suo valore. Ecco dunque che, infine, si può aspirare alla costruzione di una società pacifica in cui valorizzare se stessi e gli altri.» Masajūrō Shiokawa, presidente della Fondazione Nippon Budōkan, 2005.